venerdì 10 ottobre 2014

«Hello, I’m from Amyclae in Italy»


Quando la passione ti spinge a fare cose folli. Ad andartene in giro per il mondo a cercare le tue origini.
A me è accaduto. Vivrei mille altre volte ancora quello stesso istante in cui ho attraversato i confini della città da cui più di 20 secoli fa dalla Grecia partirono i làconi per venirsi a costruire un piccolo villaggio proprio qui sotto i miei piedi, dove io ho visto la luce. E che hanno cambiato la storia.
La mia storia.

Guido lungo la strada statale da Skala a Sparta. E più mi avvicino più mi aumenta la palpitazione. È una follia, ma io sono probabilmente l’unica nativa dell’Amyclae italiana a decidere di arrivare fin qui. Che fare? Non lo so. La mia compagna di viaggio, Nina, mi sostiene. Me ne vado in giro a presentarmi alla gente con stampata in faccia un’espressione entusiasta al limite dell’ebetismo: «I’m from Amyclae in Italy». Il risultato è disarmante. Non gliene frega niente a nessuno.

Grazie all’intuito di Nina ci inerpichiamo su una stradina di campagna. Qualcuno la chiama serendipity. Io non so spiegarmi che roba è, ma di certo mi ha portato nel posto giusto: il Tempio di Apollo amiclano. Dove incontro l’archeologo Stavros Vlizos. Che alla mia frase standard risponde con lo stesso entusiamo. Eureka!

Questa è storia.

La mia storia.

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