martedì 6 gennaio 2015

La tomba di Ulisse è al Circeo. Ma nessuno l'ha ancora trovata




E se il corpo di Ulisse si trovasse al Circeo? Se l’eroe omerico fosse stato sepolto da Circe, la maga dalla quale - durante il suo passaggio lungo la costa pontina - aveva avuto un figlio, Telègono? Sarebbe una grande rivelazione. Tanto clamorosa quanto la scoperta del teschio neandertaliano a Grotta Guattari. Solo che di Ulisse non esiste nemmeno un brandello di ossa. Toccherebbe stanare tutte le grotte del Circeo. Magari aspettare la costruzione di un nuovo albergo. In ogni modo è dura. Sperare di trovare i resti di Ulisse al Circeo è quasi un’utopia. Ma mai dire mai. Soprattutto se si parla di ricerca storica. Quanto alle fonti, quelle ci sono. Letterarie, come quelle che parlano di Amyclae, la città fondata in un’area non bene individuata nel triangolo tra Terracina, Fondi e Sperlonga che fu distrutta dai serpenti (“Amyclae a serpentibus deletae” diceva Plinio). Ci vuoi credere? Io sì. Forse pecco di “localismo” (come dice il buon prof. Antonio Di Fazio che di archeologia e storia ne ha giustamente da vendere), una cosa che, mi pare di aver capito, ha a che fare con un pizzico di campanilismo. Che non guasta mai. Però. Se a me non viene il dubbio nessuno si mette a cercare. E nessuno troverà nulla.

Dicevamo. Dante, nel XXVI canto dell’Inferno aveva fatto finire le avventure del grande eroe omerico oltre le colonne d’Ercole, dov’era vietato addentrarsi, risucchiato con i suoi uomini, dal mare in tempesta. Secondo la storia raccontata da Omero invece Ulisse perì per mano del figlio che non lo aveva riconosciuto, a Itaca. Ma che fine fece il suo corpo? Alcuni miti sostengono che la dea Minerva ordinò a Telègono di riportare il padre nella terra di Circe. Ed eccoci qua.
Di questa ipotesi è convinta la direttrice del museo archeologico nazionale di Sperlonga, Marisa de’ Spagnolis che ricostruendo la storia di Tiberio, l’imperatore che nella grotta costiera si fece una sontuosa villa dedicata alle avventure del navigatore greco, ha ripercorso anche le tracce dell’eroe omerico. Che, tra l’altro, pare fosse pure un suo lontano avo (non della de’ Spagnolis, che pure ha nel sangue astuzia, coraggio e curiosità, ma di Tiberio).
“Com’è, come non è” la teoria che vedrebbe le ossa di Ulisse sepolte in qualche anfratto del monte Circeo resta salda su alcune fonti. Quelle, secondo la de’ Spagnolis, che si rifanno ai racconti mitologici che nel periodo augusteo erano stati scritti e diffusi con estrema accuratezza. Nessuno poteva contraddirle. Per la gente dell’epoca quella era la sacrosanta verità. Ma che quei racconti fossero davvero corrispondenti ad una realtà storica oggi poco importa. 
«Alle leggende - dichiara l’archeologa - c’è chi ci crede e chi no. Ma se non se ne tiene conto la ricerca si ferma». 
Dunque, noi andiamo avanti. Punto primo: le fonti ci sono. E parlano chiaro.
Il resto è quello che dicono: una ricostruzione degli eventi a metà tra il mito e la storia.
In una delle sue liete soste presso la maga Circe nel corso del suo lungo viaggio per mare, Ulisse generò un figlio, Telègono. Ma il padre tornò ad Itaca e quel figlio non lo vide mai più. Finché un giorno Telègono decise di andare a cercarlo. Circe gli disse che si trovava ad Itaca così lui organizzò la spedizione, che tanto somigliava al lungo viaggio del padre. Ma Telègono dopo giorni e giorni di viaggio naufragò con la sua ciurma. Finì su un’isola che in realtà era Itaca, ma lui, un po’ stordito dal viaggio e dal naufragio, un po’ perché non si era dotato evidentemente di grandi esperti di carte nautiche, non lo sapeva. Dal canto suo Ulisse, che non si aspettava certo di dover accogliere quel giorno il proprio figlio sull’isola, pensò ad un attacco nemico e si avventò contro i naufraghi. Nella battaglia fu proprio lui ad avere la peggio. Telègono uccise il padre con una lancia intinta nel veleno di una razza marina. E così si realizzò la profezia secondo cui Ulisse sarebbe morto per mano del figlio e del mare. A quel punto, oracolo per oracolo, intervenne la dea Minerva. Che, rivolgendosi a Telègono, disse: «Prendi il corpo di tuo padre e riportalo da Circe che lo seppellirà». E così, visti i precedenti, lui obbedì. Prese il corpo del padre, lo caricò sulla sua barca e lo portò al Circeo, dove, secondo la leggenda riportata dagli autori dell’epoca augustea, fu sepolto. Alla povera Penelope nemmeno la consolazione di poterlo avere da morto, suo marito. Ma tant’è. Quando una donna nasce Penelope muore Penelope. È destino. Fatto sta che secondo questa ricostruzione il corpo di Ulisse sarebbe dunque finito al Circeo. E se la famosa maga un po’ ci teneva a quell’amante, nonché padre di suo figlio (e che per strani avvenimenti da feuilleton che spiegheremo altrove, era anche suo suocero) c’è da credere che gli abbia fatto una signora tomba. Tutto torna dunque. Il problema resta uno e fondamentale: dove stanno i resti di Ulisse?