venerdì 1 febbraio 2013

Alle parole dei politici non ci crede nessuno. Lo dimostra un test.



Il sole è giallo. Elementare.
Eppure se a pronunciare questa frase fossero Silvio Berlusconi, Mario Monti o Pierluigi Bersani molti di voi la metterebbero in dubbio. 

È il risultato di un esperimento sulla fiducia che le persone ripongono in un qualsiasi partito politico o in una marca.
Lo racconta l'economista comportamentale Dan Ariely in "Predictably Irrational"(tradotto in italiano da Rizzoli "Prevedibilmente Irrazionale").

Presi due gruppi di individui, al primo gli studiosi hanno chiesto se credessero che frasi come "il sole è giallo" o "un cammello è più grande di un cane" fossero vere o false. Naturalmente il 100% ha risposto che le credeva vere.

Al secondo gruppo è stata data un'informazione in più. È stato detto loro che quelle frasi erano state pronunciate da tale partito politico o tale azienda.
Il risultato è stato che gli intervistati hanno espresso molti più dubbi sull'affidabilità di quegli assunti. («Certo - il sole - è giallo, ma ha anche delle macchie rosse sulla superficie e a volte sembra bianco, dunque è davvero solo giallo?»)".

Roba che dovrebbe far rizzare i peli a tutti coloro che si cimentano sia nella vendita che in una campagna elettorale. 

Che gli italiani siano sfiduciati nei confronti della politica è un dato inopinabile. Basta uscire in strada e chiederlo a qualsiasi cittadino. 

Chi invece non sembra preoccuparsi affatto di quanta fiducia ripongano gli elettori nei politici sono proprio loro, i protagonisti della scena elettorale. Cosa fanno per conquistare il loro pubblico? 

Volessimo dar retta a Ariely una speranza ci sarebbe. "Dopotutto - scrive - gli esseri umani sono animali naturalmente sociali e fiduciosi e tendono a credere gli uni negli altri anche di fronte a motivazioni razionali contrarie".

Segnala allora il caso di Comcast, fornitore americano di servizi per la comunicazione e collegamenti via cavo, dove il direttore del reparto assistenza digitale si è andato a cercare le lamentele degli utenti prima che arrivassero a destinazione, dunque su forum e social network e ha fornito loro le soluzioni prima che potessero denunciare i malfunzionamenti. Arrivando prima, insomma, che potesse generarsi la sfiducia nel servizio.

Il problema nella politica italiana è serio. Per questo servono strategie nuove. 
Riconquistare la fiducia, una volta perduta, come insegna la favola di "al lupo, al lupo!" non è affatto semplice. È un percorso difficile e a lungo termine. Ma prendere consapevolezza del problema "fiducia" sarebbe già un ottimo inizio.

D'altronde, il sole, checché se ne dica, è giallo. 

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